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Green pass: il Garante ancora contro l'archiviazione in azienda Il Garante Privacy ha ribadito la contrarietà alla possibilità per il datore di lavoro di raccogliere e archiviare copia dei Green Pass dei dipendenti

Green pass: il Garante ancora contro l'archiviazione in azienda

  • 16/11/2021
Il Garante Privacy ha ribadito la contrarietà alla possibilità per il datore di lavoro di raccogliere e archiviare copia dei Green Pass dei dipendenti

Con una segnalazione al Parlamento ed al Governo in merito ad alcuni contenuti del disegno di legge di conversione del decreto-legge 127 del 2021, il Garante Privacy ha ribadito la contrarietà alla possibilità per il datore di lavoro di raccogliere e archiviare copia dei Green Pass dei dipendenti (pubblici e privati) al fine di facilitare i controlli in azienda. L’ipotesi prevedeva la possibilità di consegna al datore di lavoro da parte dei lavoratori di copia cartacea dei certificati verdi con la finalità di eliminare i controlli pet tutta la validità della certificazione, con apparente risparmio di temi e risorse.

Tuttavia il Garante ha contestato nel merito la riforma evidenziandone tre elementi di criticità: in primo luogo tale possibilità vanificherebbe da un punto di vista epidemiologico la misura del controllo Green Pass e della sua attualità, visto che il certificato archiviato potrebbe non risultare più valido in seguito ad eventi sopravvenuti, come il contagio dell’interessato. In secondo luogo tale trattamento di dati personali non potrebbe essere in alcun caso considerato proporzionato alla finalità da perseguire, visto che il risultato potrebbe essere ben raggiunto senza la raccolta di alcun dato sanitario, come avvenuto fino ad oggi. Il trattamento risulterebbe quindi esorbitante rispetto a quanto strettamente necessario.

In terzo luogo il risparmio di risorse sarebbe solo apparente, in quanto il datore di lavoro per poter conservare in modo sicuro tali dati sanitari dovrebbe certamente adottare misure di sicurezza fisiche ed informatiche molto stringenti che comporterebbero un aumento rilevante di costi infrastrutturali. Alla luce di questi principi, anche in relazione al fatto che l’accesso del datore di lavoro alle scelte vaccinali del singolo lavoratore potrebbe esporlo a discriminazioni ingiustificate, il Garante ha invitato il Governo ed il Parlamento ad un ulteriore approfondimento sul tema, offendo anche la piena collaborazione dell’Autorità.

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